Da QualEnergia.it
La quota fotovoltaica ha coperto in Italia il 3,5% della richiesta di energia elettrica
nell’anno appena passato, sfiorando il 5% nel mese di agosto, mentre
nel 2012 la produzione solare dovrebbe arrivare a soddisfare il 6% della
richiesta, coprendo circa un terzo dell’incremento di elettricità verde
che era stato assegnato dall’Europa all’Italia per il 2020. Dal punto
di vista delle installazioni, sono ormai 300.000 gli edifici solari.
A livello mondiale il dato di fondo che ha caratterizzato il 2011 è la forte sproporzione tra l’offerta e la domanda.
Lo scorso anno, la capacità produttiva era di 50 GW, quasi il doppio
rispetto alle installazioni (27,6 GW, dati Epia, ndr), valore che ha
portato a far lavorare in molti casi le industrie a ritmo ridotto e a
stoccare nei magazzini una notevole quantità di moduli (6-8 GW). Questa
situazione ha comportato un drastico calo dei prezzi, il 30% in meno in
un solo anno, una dinamica che ha più che compensato le riduzioni di
incentivi messe in atto in diversi Paesi. Il trend di discesa dovrebbe
continuare ancora, per lo meno in questo primo semestre.
Un segnale in questo senso viene dall’ulteriore calo previsto per il prezzo del silicio di grado solare
che, secondo il produttore coreano OCI, dovrebbe scendere del 40% nei
prossimi sei mesi, passando dagli attuali 40 dollari/kg a 25 dollari/kg.
La situazione che abbiamo descritto, con le aziende cinesi a guidare la
corsa ai ribassi, sta provocando un terremoto su scala mondiale.
Ci sono già state vittime illustri negli Usa, pensiamo a Solyndra ed Evergreen Solar, ma anche in Europa e in Italia
diverse società stanno soffrendo il nuovo contesto. E nella Cina
stessa, dove erano spuntate come funghi produttori di piccole
dimensioni, 50 società hanno chiuso perché non in grado di reggere il
mercato. Questo sconquasso sta generando un’accelerazione del processo
di riorganizzazione del mercato mondiale con un rafforzamento dei grandi gruppi caratterizzati da una presenza internazionale e una produzione verticalmente integrata.
Niente da fare per le piccole imprese?
In realtà, c’è spazio sia per le soluzioni innovative che non competono
con le produzioni standardizzate, sia per quelle con caratteristiche di
efficienza decisamente più avanzate attualmente nei laboratori di
ricerca. In tale contesto si situa la battaglia apertasi tra Usa e Cina.
All’inizio dello scorso dicembre la Commissione per il commercio Usa ha
ritenuto valido il ricorso di Solarworld (società tedesca ma con
stabilimenti negli Stati Uniti) e altre sei imprese contro i vantaggi di
cui godono le industrie cinesi. La questione verrà dunque approfondita e
il Dipartimento per il Commercio potrebbe intervenire nel mese di
marzo. C’è da dire che non tutto il mondo fotovoltaico statunitense ha
apprezzato questa battaglia. In particolare, le imprese che installano
temono che questa possa portare a barriere doganali e rialzi dei prezzi
con ricadute negative sul mercato.
Per tornare all’Italia, come è noto il Governo ha indicato in 6-7 miliardi/anno il tetto degli incentivi
per il solare fotovoltaico. Già l’incertezza della dizione 6-7 miliardi
come tetto massimo delle incentivazioni sta provocando non pochi dubbi,
perché molte banche cautelativamente si assestano sul valore inferiore.
Ma quando si raggiungeranno queste soglie? Con l’attuale struttura di
incentivi si raggiungerebbe il tetto di 6 miliardi attorno alla metà del
2012 e i 7 miliardi alla fine del 2013 in presenza di una potenza media
annua installata di 3 GW. Se l’installato annuo si situasse sui 2 GW,
il primo step sarebbe raggiunto a fine 2012, mentre i 7 miliardi/anno
solo all’inizio del 2015 (vedi grafico: evoluzione del totale degli incentivi per il FV in Italia in relazione alla potenza installata annualmente nel periodo 2012-2014).
In relazione ai valori di potenza installata, il mercato italiano potrà dunque contare ancora su incentivi per un periodo oscillante tra 1,5 e 3 anni.
Se il mercato viaggerà su potenze elevate (oltre 3 GW/anno) per evitare
un blocco totale degli incentivi, è possibile che venga proposta una
loro rimodulazione.
È chiaro comunque che ci si dovrà confrontare nel medio periodo con un contesto in cui il solare dovrà camminare sulle proprie gambe. Se continuerà il trend di
riduzione dei prezzi, avremo nel 2015 un costo del kWh solare per le
installazioni sugli edifici inferiore del 10-20% rispetto a quello
pagato in bolletta in diverse aree del Paese. Si passerà dunque dalla
fase in cui la domanda era “quanto mi frutta un investimento nel solare?” all’interrogativo più appropriato e, soprattutto, valido sul lungo termine, di “quanto mi fa risparmiare un investimento nel solare?”.
In assenza di incentivi, la sola grid parity non basterà per garantire un mercato:
la convenienza a installare il fotovoltaico esisterà solo se il valore
del kWh solare sarà decisamente inferiore al prezzo pagato in bolletta.
Di quanto?
Se si analizzano le diverse offerte dei contratti di elettricità
si registrano variazioni di prezzo anche superiori al 20%. Questi sono i
segnali di prezzo che possono indurre a cambiare fornitore. Nel caso
della decisione di installare un impianto fotovoltaico, però, il cliente
finale dovrà fare un investimento.
Si
possono immaginare attori nuovi e pacchetti finanziari nei quali un
intervento esterno si giustifica grazie al risparmio ottenuto sulla
bolletta? È presto per dirlo. Certo, ci troveremo di fronte a un mercato di dimensioni molto più ampie,
ma anche più difficile da aggredire. Peraltro, è probabile che a un
certo punto verrà chiesto ai proprietari di nuovi impianti di pagare una
quota per i servizi che la rete comunque offre ritirando o fornendo
energia elettrica.
Insomma, il solare
fotovoltaico italiano ha ancora un periodo di espansione garantito
dagli incentivi e dai prezzi calanti dei moduli. Ma deve già pensare al
dopo, a come essere presente sul mercato come una qualunque commodity. Una commodity di
alto pregio che aiuterà il Paese a ridurre la dipendenza dall’estero,
contribuirà a limitare le emissioni climalteranti, darà occupazione e
diventerà un comparto energetico importante. Anzi: strategico.
L'articolo
è stato pubblicato sul n.1/2012 della rivista mensile 'Fotovoltaici',
con il titolo "Solare in Italia. Un successo che apre prospettive
importanti"
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