Azione preventiva.
La notizia uscita nel mese di dicembre sulla presunta
costruzione di una seconda centrale a biogas nel territorio di
Portomaggiore, ovvero tra le frazioni di Quartiere e Montestanto, ha
scatenato le prime iniziative dei cittadini.
Nelle settimane scorse, un nucleo molto attivo ha preparato una
lettera aperta sulle problematiche e criticità che un impianto del
genere potrebbe causare su territorio e abitanti. La lettera è stata
firmata da 130 persone e inviata in queste ore alle principali figure
istituzionali di Provincia e Comuni: alla presidente della Provincia,
Marcella Zappaterra, e agli assessori all’ambiente e turismo, nonché ai
sindaci di Minarelli e Fioresi insieme agli assessorati affini in
materia di centrali a biogas. Nonostante non siano ancora state
presentate domande ufficiali, i cittadini hanno già cominciato a
interessarsi attivamente della questione per evitare che la zona, ricca
di coltivazioni Dop come l’aglio di Voghiera, di corsi d’acqua
importanti per l’irrigazione, di agriturismi e centri di sviluppo
faunistico, di abitazioni sparse nella campagna, venga deturpata da un
«impianto pericoloso sia per il forte impatto ambientale, sia per la
criticità dell’approvvigionamento».
Infatti, come è stato scritto a più riprese, la centrale a
biogas non sarebbe autosufficiente, perché nascerebbe in un’area di 2,6
ettari, con spazio solamente per l’impianto stesso, lontana da
allevamenti zootecnici e con scarsa assistenza di biomasse vegetali.
L’approvvigionamento arriverebbe da fuori, attraverso una rete
stradale incredibilmente limitata per i mezzi pesanti, che giornalmente
dovrebbero far da spola tra aziende di fornitura e centrale. Il
dissesto della delicata rete stradale è una preoccupazione anche per gli
stessi amministratori portuensi, mentre il pericolo d’invasione alla
tutela dell’aglio Dop voghierese è una problematica affrontata dal
sindaco Fioresi, per non parlare dell’Oasi La Fagianella di Montesanto.
Nessun commento:
Posta un commento